IL GRANDE COCOMERO

Cinque amici e un funerale.
Il funerale è di uno di loro, il sesto. Il grande assente, che tuttavia riesce nel difficile compito di riunirli tutti dopo lungo tempo.
Un incontro che diventa occasione tragicomica per confrontarsi con il passato e fare un bilancio delle rispettive vite, così come dell’amicizia che da sempre li lega.

Roma Fringe Festival 2014

SINOSSI: 

Cinque amici si incontrano dopo lungo tempo.
A riunirli tutti nello stesso luogo non è il bisogno della reciproca presenza, bensì una tragica assenza: quella del sesto componente del gruppo, rockstar di successo stroncata improvvisamente dalla droga.

L’incontro diventa così un’occasione per confrontarsi con il passato, tra comiche recriminazioni e drammatiche rivelazioni, lo spazio di cui tutti loro avevano bisogno per tirare le somme sulle rispettive vite e, cosa ancor più importante, sulla loro amicizia.

Il Grande Cocomero è una tragicommedia che omaggia i Peanuts e in particolare il loro autore, Charles M. Schulz, per il quale la vicenda narrata potrebbe quasi suonare come una “biografia di fantasia”.
Lo spettacolo indaga il legame indissolubile e controverso che ognuno di noi ha con la propria infanzia: come ne Il Grande Freddo, a cui il titolo del testo si ispira apertamente, il funerale di un amico diventa per i personaggi il pretesto per riavvicinarsi, confrontarsi e rendersi conto di quanto fossero tutti più felici quando erano piccoli e spensierati.

Crediti

Con: Matteo Bertuetti, Matteo Castagna, Gledis Cinque, Gloria D’Osvaldo, Simone Fossati, Saverio Trovato

Testo e regia: Pier Vittorio Mannucci

Costumi: Monia Manuello

Produzione: PaT – Passi Teatrali

Estratti Rassegna Stampa

Ennio Trinelli, Gaiaitalia.com – Giugno 2014

Bravi gli attori, tutti. Divertenti. Belli in scena. [...] Sono perfettamente calati nella “verità” della storia, la guidano, vivono, giocano, divertono, animano, recitano, raccontano, sentono, regalano.

C. De Leo, Periodico Italiano Magazine – Giugno/Agosto 2014

"Lo spettacolo ci ha colpito per l'originalità e il talento degli attori [...], ed è una piacevolissima allegoria delle aspettative infantili tradite"

G. B. Botta, Cronache fringeriane – Giugno 2014

"Gli attori in scena, bravi e garbati, a tratti financo cinematografici [...] Una messa in scena più che gradevole [...] vista anche l’ottima scrittura"

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